Dieci consigli per informarsi sul web

dieci consigli per informarsi sul web
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Elicotteri disinfettanti, guerre batteriologiche e ciondoli antivirus, sembra proprio che la capacità proliferativa delle fake news durante la pandemia Covid-19 sia elevata almeno quanto quella del virus.

Divulgate sul web senza verificarne la veridicità, da queste notizie nasce disinformazione, da cui panico e teorie complottiste, con risultati ben visibili sulle piazze. Non c’è limite a ciò che entra in rete e ci vuole poco per i non addetti ai lavori a finire per pigliare i pesci sbagliati.

Non serve un manuale per informarsi su internet, sono necessarie però alcune accortezze. Ecco quindi 10 buoni accorgimenti da tenere nell’infilarsi nel labirinto delle webnews:

  1. Prendiamoci del tempo. Aprire il browser, cliccare sul primo risultato e dare una letta alle parole in grassetto è proprio la retta via per una buona misinformazione. Informarsi in modo adeguato necessita tempo e attenzione.
  2. Per quanto possibile, mettiamo da parte i pregiudizi. È consolidata in letteratura scientifica la tendenza a porre maggiore attenzione, e quindi credibilità, ai contenuti che confermano le nostre idee e a rigettare quelli che le contraddicono – fenomeno cognitivo definito cognitive bias. Siamo cioè meno “disposti” ad accettare informazioni contrarie alle nostre credenze, e come conseguenza assimiliamo le notizie in modo parziale o erroneo. I social media sfruttano abilmente questo processo tramite algoritmi che portano alla creazione di “bolle” di persone che condividono informazioni, rinforzando a vicenda le proprie convinzioni.
  3. Consultiamo diverse fonti. Può suonare banale, ma è un fatto statistico a cui spesso diamo poca rilevanza, limitandoci a consultare il nostro sito web o giornale preferito o il nostro esperto del settore prediletto. Maggiore è il numero di fonti che riportano una notizia o supportano un’ipotesi, maggiore è la probabilità che questa sia fondata e attendibile.

    Ok, ma quindi, quali fonti?
  4. Idealmente, consultiamo articoli scientifici: sono la migliore fonte di informazione nel web, basati su dati precisi ed accurati, metodi sperimentali e statistici rigorosi, replicabili e riproducibili, sottoposti a stringenti peer review da parte di esperti del settore e quindi eventualmente approvati. È vero, non tutti gli articoli sono accessibili, gratuiti ed eccellenti. Tuttavia, università, biblioteche e alcune aziende pagano un abbonamento alle riviste scientifiche, che possono quindi essere consultate gratuitamente dagli utenti registrati. In termini di qualità e quantità di risultati non c’è paragone: il valore scientifico delle informazioni è quasi sempre garantito. La ricerca degli articoli tramite database bibliografici come Google Scholar, PubMed, Web of Science, può essere poco immediata e in certi casi addirittura tortuosa. Non facciamoci spaventare, il web è impregnato di guide ben fatte e periodicamente anche università e biblioteche organizzano brevi corsi introduttivi all’uso dei database.
  5. Se però siamo troppo intimoriti dal linguaggio tecnico e occulto dei paper scientifici, almeno evitiamo i siti web commerciali, basati su sponsor interessati a venderci qualcosa, piuttosto che educarci. Ottimi i portali online di università europee e americane, dove si possono trovare news aggiornate, basate sempre su ricerche scientifiche ma di comprensione molto più immediata rispetto ai papers accademici. E ancora, siti istituzionali e organizzazioni, tra i quali Ministero della salute, AIFA e Istituto superiore di Sanità per l’ambito medico e farmacologico, Commissione Europea, The Lancet, Medical Facts, World Health Organization, BBC, National Geographic e via dicendo.

    PS: Social come Facebook e Youtube sono siti commerciali: fanno soldi sul nostro tempo e attenzione. Se proprio non possiamo farne a meno, usiamo questi social per seguire le pagine dei siti sopra citati.
  6. Cerchiamo informazioni recenti e aggiornate. Alcuni siti ripropongono notizie vecchie ormai smentite come attuali. Controlliamo sempre la data di pubblicazione dell’articolo. Nel caso della pandemia Covid-19, i dati sono aggiornati con una frequenza tale che articoli di un mese fa sono già da considerare potenzialmente datati.
  7. In blog, post o altri articoli divulgativi, controlliamo le referenze: ogni informazione, dato e citazione che sia scientificamente provata è sempre basata su ricerche e studi riportati di solito in fondo alla pagina. Se non è chiaro da dove è stata originata la notizia, se gli autori sono anonimi o sotto pseudonimi – per esempio, “Fonte: un amico di mestiere” (un esempio qui), meglio lasciar perdere.
  8. Facciamo caso al linguaggio usato: la buona scienza è sempre falsificabile e termini tendenzialmente assolutistici come “è stato dimostrato”, “è certo” non fanno parte del linguaggio scientifico. In un articolo fatto come si deve troveremo invece molti più “i dati suggeriscono che” o “sembra che si possa dedurre”. Non ci daranno forse le risposte certe e immediate che cerchiamo, ma sono più trasparenti e veritieri: l’incertezza è un elemento intrinseco della scienza, tutto è vero finché non viene smentito.
  9. Se otteniamo l’informazione da un singolo divulgatore, controlliamo che titoli professionali siano ufficialmente riconosciuti, sempre assumendo che siano indicati.
  10.  Se rimaniamo confusi anche dopo varie ricerche, affidiamoci a professionisti, contattandoli direttamente per ottenere chiarificazioni. Per esempio, su sciencepond di Twitter è possibile seguire e scrivere ai singoli scienziati o tecnici del settore.

Il tutto ovviamente condito da buone dosi di buon senso e spirito critico, per i quali non servono né lauree, né dottorati scientifici.

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