“Il treno dei bambini” di Viola Ardone

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Si chiude oggi l’ultimo appuntamento con la rubrica culturale di Pass dedicata alla Giornata della Memoria. “Il treno dei bambini” di Viola Ardone, pubblicato da Giulio Einaudi Editore nel 2019, è divenuto subito il caso editoriale e letterario dell’anno. La storia di Amerigo Speranza ora è in corso di traduzione in più di trenta lingue straniere e sta per diventare un film.

«Mia mamma avanti e io appresso. Per dentro ai vicoli dei Quartieri spagnoli mia mamma cammina veloce: ogni passo suo, due miei. Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. Io scarpe mie non ne ho avute mai, porto quelle degli altri e mi fanno sempre male. Mia mamma dice che cammino storto. Non è colpa mia. Sono le scarpe degli altri. Hanno la forma dei piedi che le hanno usate prima di me. Hanno pigliato le abitudini loro, hanno fatto altre strade, altri giochi. E quando arrivano a me, che ne sanno di come cammino io e di dove voglio andare? Si devono abituare mano mano, ma intanto il piede cresce, le scarpe si fanno piccole e stiamo punto e a capo.»

Inizia così Il treno dei bambini, il romanzo scritto da Viola Ardone, pubblicato da Giulio Einaudi Editore nel 2019. Divenuto subito il caso editoriale e letterario dell’anno, è in corso la traduzione in più di trenta lingue straniere e presto diventerà anche un film.

Il treno dei bambini è la storia di Amerigo Speranza che nasce a Napoli e vive nel suo “basso”, cioè in un particolare appartamento della città partenopea, insieme alla madre Antonietta. Amerigo aveva un fratello che non c’è più e la mamma è l’unica persona rimasta nella sua famiglia; oltre alla figura materna, presenziano quotidianamente tutte le persone del quartiere con le quali Amerigo si confronta e che contribuiscono alla sua crescita, in un modo o nell’altro. Il bambino, tuttavia, ha anche degli amici coetanei: i più fedeli sono Mariuccia e Tommasino, con il quale va “a fare le pezze” e combina guai.

Foto della copertina di “Il treno dei bambini”.

Il punto di svolta nel romanzo arriva in concomitanza del treno: è il 1946 e Amerigo, insieme ai suoi due migliori amici e tantissimi altri bambini, lascia la sua città natia e parte. La direzione è una meta confortevole per l’inverno, un luogo sicuro, capace di offrire ristoro, riparo, vestiti e scarpe nuove: il Nord. Questo treno nasce per iniziativa del Partito Comunista, con l’ideale e l’obiettivo di allontanare temporaneamente i bambini del Meridione dalle conseguenze di povertà disastrosa che la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato nella loro terra.

Amerigo all’età di sette anni diventa già un po’ adulto: la mancanza della madre, dei vicini sviluppano in lui un senso di colpa che arriva ogni volta che, insieme alla sua famiglia del Nord, si diverte ed è felice. Amerigo pensa di fare un torto a tutti i suoi affetti, ma impara a conoscersi, a mettere a fuoco le sue giovani potenzialità; scopre di amare la musica, di voler imparare a suonare e di essere bravo in matematica.

Il libro è diviso in quattro parti ed ognuna simboleggia un momento della vita di Amerigo Speranza: un destino prevedibile e già segnato dalla sua condizione sociale, che subisce una svolta decisiva. Le parole di Ardone attirano il lettore alle pagine, sono calamite per gli occhi, è difficile staccarsi dalla lettura. Lo stile e alto e profondo, in quanto riesce a scavare in profondità gli animi dei personaggi. L’autrice ha una tale capacità di immedesimarsi nel protagonista che difficilmente si potrebbe pensare che siano due persone differenti – cosa che peraltro accade anche nel suo più recente romanzo Oliva Denaro.

Il treno dei bambini restituisce uno spaccato dell’Italia meridionale del Dopoguerra, pone l’accento sulla disparità con il Settentrione e mostra le numerose difficoltà da fronteggiare in un luogo che poco ha da offrire alle nuove generazioni, ma che tuttavia dona speranza e spensieratezza ad un ragazzino che, coraggioso, affronta la propria vita a testa alta e a denti stretti.

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