La lunga notte del Consiglio degli Studenti

interno palazzo Giuliari sede del rettorato dell'Università di Verona
Palazzo Giuliari, sede del rettorato dell'Università di Verona
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Come trasformare una noiosa seduta in un film di Tarantino

Sono passati tre giorni dalla prima riunione del Consiglio degli Studenti, organo per eccellenza della rappresentanza studentesca in ateneo, e ancora ci dobbiamo riprendere dalla suspance della seduta. A un mese dalle elezioni il Consiglio si è riunito eleggendo Stefano Ambrosini, dottorando di biotecnologie e candidato di Udu, presidente del Consiglio, ribaltando i risultati elettorali che avevano dato Oltre in testa. In una serata di tensione e confusione non sono mancate le polemiche che si sono susseguite anche nei giorni seguenti.

Martedì sera, 15 dicembre, si è tenuta la prima seduta del nuovo Consiglio degli Studenti. Alle 20 tutti collegati su Zoom, i 25 consiglieri si sono riuniti per eleggere le nuove cariche che dovranno interfacciarsi nei vari organi di governo e nelle varie commissioni. Il Cds è particolarmente importante per gli studenti perché interamente costituito da essi e rappresenta uno dei tre organi centrali dell’Ateneo insieme a Senato e Consiglio di Amministrazione.

Le cariche da nominare erano: Presidente del Consiglio Studenti, Vicepresidente e Segretario, che insieme formano l’ufficio di presidenza, il rappresentante degli studenti nel CdA dell’Esu, il rappresentante nel Nucleo di Valutazione e infine i componenti delle diverse commissioni riguardanti molteplici tematiche.

Le dichiarazioni prima di questa riunione erano sempre state molto vaghe, spesso sottolineate da una tensione di fondo alimentata dalla mancanza di accordi tra le varie parti. Il consiglio infatti è composto da una maggioranza risicatissima di Oltre che pur vincendo con quasi 500 voti di vantaggio in CdA è riuscito ad avere solo due consiglieri in più rispetto ad Udu.

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stefano ambrosini
Stefano Ambrosini, presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università di Verona

Come funziona il sistema elettorale (su quello Usa ormai siete ferrati, giusto?)

Possiamo paragonare le elezioni dei rappresentanti degli studenti alle elezioni americane, un po’ perché quest’anno le schermaglie sono state degne di quelle tra repubblicani e democratici, un po’ perché non si è capito nulla fino all’ultimo secondo. Questo bipolarismo delle liste semplifica in parte, ma dall’altra esclude posizioni moderate e collaborazioniste.

Complice quindi una legge elettorale che prevede di salvaguardare un bipolarismo tra i candidati nei vari dipartimenti/scuole è ovvio che la differenza si faceva dove i posti erano dispari.

Semplificando, immaginate ognuno dei nove dipartimenti/scuole come degli stati americani che eleggono dei “grandi elettori”, ben 7 eleggevano due elettori che ovviamente andavano uno per lista indipendentemente dalla differenza di voti tra le liste, gli altri 2 “grandi elettori” rimasti, cioè medicina e giurisprudenza, eleggevano rispettivamente uno e tre elettori. Per arrivare alla maggioranza assoluta quindi bisognava conquistare 13 “grandi elettori” però gli elettori assegnati dai dipartimenti/scuole sono solo 18.

Infatti oltre a questi assumono d’ufficio la carica di “grande elettore” anche gli eletti in CdA (sempre due posti), Senato Triennali (due posti), Senato magistrali (un posto), Senato Dottorandi (un posto), Senato specializzandi (un posto). Si arriva così a un totale di 25 grandi elettori.

Quello che ha fatto letteralmente saltare il banco sono stati gli specializzandi: con i loro tre “grandi elettori” sono riusciti a costruirsi il vero ruolo di ago della bilancia nelle varie decisioni.

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La composizione del Consiglio Studenti:

cda senato
cds composizione

Con una situazione di 12 a 10 per Oltre, i 3 specializzandi eletti avevano la facoltà di ribaltare qualsiasi voto scegliendo di schierarsi da una parte o dall’altra. La mancanza di accordi tra le due liste principali poi, ha favorito questa posizione dando enorme potere ad una categoria che fino a oggi non era mai stata coinvolta nella rappresentanza. I risultati finali si possono spiegare anche per questo motivo.

Come si è arrivati al Consiglio di martedì

Le tensioni si potevano intuire e percepire già nelle svariate riunioni informali che si sono svolte nei giorni antecedenti alla seduta. Si è da subito evidenziata un’incapacità di dialogo costruttivo sulle varie nomine, con Oltre che avanzava la proposta di presidenza in virtù dei risultati delle elezioni, ma con Udu restìa a stringere accordi con la controparte, sottolineando la volontà già espressa in campagna elettorale di voler fare un cambio di passo rispetto gli ultimi sei anni di gestione di Oltre, secondo loro mal amministrati.

Gli specializzandi si sono trovati in mezzo a questo braccio di ferro, confusi dalle proposte e poco preparati sulle varie nomine e cariche, in virtù di una totale assenza di esperienza in queste sedi.

In genere per prassi la scelta delle varie cariche avviene prima della seduta per arrivare ad un accordo e andare al voto in maniera coesa, perché in fondo, sempre studenti siamo. Questo diventava fondamentale in uno scenario che, come visto, anche per un solo voto di un consigliere poteva far cambiare il risultato della nomina.

La posizione di Oltre quindi era quella di arrivare ad una soluzione condivisa, ma più volte la proposta è stata rifiutata da Udu ritenendo giusto invece decidere nelle sedi opportune e non in riunioni informali. Strano è stato il caso degli specializzandi che da subito si sono schierati con Udu nelle scelte, lasciando supporre che forse loro, un pre accordo lo avevano fatto.

Un altro dato importante è la tempistica: normalmente le elezioni avvengono a maggio e la nomina rettorale con decreto viene pubblicata ad inizio estate. I vari rappresentanti eletti però entrano in carica solo a ottobre, lasciando tanto tempo di poter confrontarsi con calma e accordarsi sulle nomine.

In questo caso le elezioni si sono svolte a fine novembre per cause di forza maggiore, la nomina rettorale è stata fatta in data 4 dicembre e la Governance ha indicato come data ultima per il primo consiglio il 15 dicembre perché lo stesso doveva esprimere il proprio parere su due corsi di laurea di nuova istituzione prima della riunione del senato fissata nei giorni successivi.

Gli appena 11 giorni a disposizione sono stati sufficienti per potersi accordare ed esplorare tutte le possibili soluzioni e combinazioni? La Governance aveva il diritto di fare pressione sui neo consiglieri per far insediare l’ufficio di presidenza in così breve tempo? È vero che si tratta di una situazione emergenziale però in tre mesi molto può cambiare e come spesso si dice il tempo porta consiglio, in questo caso letteralmente.

Anche la scelta dell’orario della convocazione della prima seduta merita un’analisi: si è scelto di convocarlo alle 20. «La seduta è stata fissata alle 20 d’accordo tra le liste in modo da poter far partecipare gli specializzandi» così ha riferito il neopresidente, calcolando poi che la decana era una specializzanda e spettava a lei aprire la seduta, e quindi doveva essere presente. Ma veramente non si poteva trovare un orario più consono alla luce del fatto che la seduta è durata più di quattro ore, con molte interruzioni, e si è tolta solo alle 00.20?

Come è andata martedì

In ogni caso la riunione è iniziata senza troppe difficoltà tecniche e la decana Bertelli ha aperto la votazione per la carica di Presidente del Consiglio come da prassi: i candidati erano Stefano Ambrosini dottorando di Udu e Marta Rostello studentessa di giurisprudenza di Oltre, non ci sono state presentazioni dei candidati ma si è andati subito al voto.

La prima tornata è finita in equilibrio: 12 pari e una scheda bianca. C’è da sottolineare che il voto si svolgeva su una piattaforma dedicata in cui rimaneva anonima la scelta di ogni consigliere, ma non ci vuole un genio politologo per capire che in blocco le due liste hanno sostenuto il proprio candidato e che i tre specializzandi avessero votato due per Udu e uno si fosse astenuto. Fumata nera anche nella seconda votazione col medesimo risultato.

Alla terza votazione il risultato non era cambiato ma, colpo di scena, il regolamento prevede che se alla terza votazione si è ancora in parità viene eletto automaticamente il candidato più anziano. Ecco che alle 20.45 Stefano Ambrosini dottorando di Udu, nato nel 1994, è stato eletto Presidente del Consiglio Studenti per anzianità battendo Marta Rostello di Oltre nata nel 1997.

Passando alla carica del vice presidente, i candidati erano sempre Marta Rostello di Oltre e Alessandro Ferruzzi di Asver. Qui il regolamento prevedeva una votazione e nel caso di parità un ballottaggio: dopo una prima votazione pari sempre col classico schema 12-12-1 al ballottaggio Ferruzzi ha ottenuto la maggioranza e l’elezione.

La lista Oltre a questo punto si è lamentata sostenendo che non fosse corretto avere solo uno schieramento nell’ufficio di Presidenza e che fosse parecchio strano che, nonostante il nome di Ferruzzi non fosse mai stato nominato nelle precedenti riunioni, avesse immediatamente ricevuto 12 voti. Le lamentele però non hanno ricevuto troppa attenzione dagli altri consiglieri con Ferruzzi stesso che rispondeva che non c’era nulla di sbagliato visto che era conosciuto dall’altra lista.

Si è svolta quindi la terza votazione per eleggere il segretario, anche qui si arriva al ballottaggio tra Palmisano (Udu) e Rossato (Oltre), con la vittoria della prima sempre con lo schema 12-12-1 e anzianità: infatti mentre Valeria Palmisano è nata nel 1992 il consigliere di giurisprudenza Rossato è del 1999.

Alla fine di questa votazione Rossato stesso ha preso la parola evidenziando come questi metodi di elezioni siano legittimi sì ma forse poco condivisibili ed esortando il presidente a richiamare i consiglieri a un voto più razionale e pensato al di là degli schieramenti. Il presidente però ha declinato l’invito del consigliere sottolineando che si stava seguendo il regolamento seppur dichiarando qualche riserva sullo stesso.

I dubbi sul regolamento

Durante tutte queste tre elezioni e anche successivamente nella seduta, più volte ci sono state interruzioni dovute a problemi tecnici di voto o problematiche di tipo regolamentare: spesso i consiglieri sono dovuti intervenire per evidenziare discrepanze e lacune nel regolamento, lasciando molti quesiti in sospeso e ripromettendosi di trovare delle risposte per la prossima riunione.

Il regolamento del Consiglio è stato elaborato più di 8 anni fa e anche Udu era presente ai lavori di stesura del testo stesso.

Uno dei membri del consiglio dell’epoca che più ha lavorato su questo regolamento all’apparenza poco chiaro commenta: «Quando lo abbiamo scritto, abbiamo detto che quelle regole in situazioni normali non si sarebbero mai dovute usare» (ndr: parla dell’elezione per anzianità). Sui dubbi dei consiglieri al regolamento commenta: «Si sarebbero dovuti domandare: perché non c’è una regola sul segretario e il vicepresidente? Perché non è normale litigare su delle cariche secondarie».

E in effetti la situazione è stata molto tesa e poco chiara, di fatto eleggendo le cariche senza una vera maggioranza. Si doveva per forza arrivare al criterio di anzianità? Seppur lecito, è stato giusto ignorare il voto studentesco che ha premiato il lavoro di Oltre?

Le altre nomine

La seduta continuava con la mozione Esu di Udu che sollevava la problematica di una nomina che da molti anni ormai avviene attraverso la votazione dei membri del CdS, ma che nelle altre università avviene invece tramite elezione diretta del corpo studentesco tutto.

Il consigliere specializzando Lonardi ha preso la parola e riportato puntualmente il parere della Governance su una questione meramente studentesca: ha informato i consiglieri che Palazzo Giuliari aveva bisogno di un nominativo per il CdA dell’Esu immediatamente per proseguire coi lavori e che successivamente, entro un anno, avrebbe indagato e riformato la modalità di elezione indicendo votazioni suppletive per quella carica. Si è arrivati così alla nomina di Alberto Cossu, consigliere di Asver. Un disastro su tutta la linea per Oltre, che nulla ha potuto con le votazioni e le trappole regolamentari che non aveva calcolato.

L’unica carica di peso ottenuta da Oltre arriva in tarda serata, conquistando con Thomas Andreatti, uscente presidente del consiglio, il posto in Nucleo di Valutazione alla prima votazione. Successivamente si sono susseguite tutte le votazioni per le altre otto commissioni più tecniche in cui possono essere inseriti anche nomi di candidati esterni al Consiglio Studenti:

  • Comitato Unico di Garanzia: Marini e Fiorito,
  • Diritto allo Studio: Fruner e Sabella,
  • Fondi: Argentina, Novelli, Ostuni,
  • Consiglio direttivo del CLA: Mazzon,
  • RUS: Brando,
  • Biblioteche: Laschera, Obetti,
  • Campofiore: Zanca, Rexha, Migoni,
  • Presidio di Qualità: Centonze.

E calò la notte

Ben oltre la mezzanotte, al termine delle votazioni e delle approvazioni di rito, sul finire della seduta, la consigliera di Oltre Martinelli ha proposto per le prossime riunioni di convocare la seduta in un orario più pomeridiano, ma è stata subito ripresa dal consigliere Lonardi che evidenziava come gli specializzandi lavorassero di giorno e fosse per loro possibile trovarsi solo di sera.

Quando faranno i turni di notte come farà a trovarsi il consiglio? Ricordiamo che la seduta si è tolta alle 00.20 e alcuni dei consiglieri in questi giorni dovrebbero sostenere degli esami, essendo per alcuni questo periodo di sessione.

Ambrosini ha sottolineato che «come prima seduta abbiamo sottovalutato la mole di lavoro e i tempi necessari», evidenziando anche la difficoltà di svolgere tutto in modalità telematica. Per quanto riguarda la seduta ha poi aggiunto che «i compromessi si sono trovati, anche se qualche commissione è stata votata distaccandosi dai risultati precedenti, segno forse di sbadataggine nella compilazione delle schede di voto, o di scarsa lucidità dovuta anche alla tensione del momento».

Molti risultati nelle commissioni sono stati poco chiari e con delusioni: questo è stato dichiarato anche sorprendentemente da Asver che nonostante l’enorme potere nel decidere l’esito delle votazioni e la nomina di specializzandi sia alla vicepresidenza che al CdA Esu dichiarano che «abbiamo preso una bella botta. Non abbiamo eletto nessuno dei nostri candidati nelle commissioni che volevamo».

La notte però non è scesa solo sugli specializzandi o su Oltre ma sicuramente anche sull’Ateneo e sugli uffici elettorali. Tutte le liste hanno confermato come ci fosse davvero poco supporto da parte degli amministrativi precedentemente alla seduta e la situazione è peggiorata anche con la richiesta di avere in soli 10 giorni un Consiglio Studenti formato per esigenze di Senato.

Alla seduta-maratona serale c’era in supporto uno studente, denominato su Zoom “tecnico”, che interveniva ogni volta si verificavano problemi nella piattaforma di votazione.

Davvero l’Università non poteva permettersi di affiancare alla prima seduta di un organo centrale un personale tecnico amministrativo per supportare le problematiche del caso? La lista delle varie commissioni data dall’ufficio elettorale poi era tutta sbagliata, con alcuni nomi diversi delle commissioni, numero di componenti errati o non aggiornati. Sicuramente questo non ha aiutato gli studenti durante la seduta.

I commenti dei protagonisti

Il commento di Stefano Ambrosini neo eletto presidente sulla sua nomina: «Abbiamo vissuto delle ore intense, non senza tensioni, che però si sono concluse nell’insediamento di un Ufficio di Presidenza che segna un epocale cambio di passo rispetto ai 4 anni passati. Noi di Udu abbiamo lavorato intensamente per costruire una rappresentanza competente, inclusiva e aperta al dialogo e al confronto, e siamo contenti che gli specializzandi di ASVer abbiano voluto accordarci la fiducia che ci siamo conquistati grazie alle battaglie combattute assieme a loro, non ultima la manifestazione del 7 dicembre, che ha visto in piazza i “camici grigi” Veronesi».

«Il mio nome è emerso nelle riunioni che si sono susseguite post-voto per riportare in primo piano la comunità studentesca di Borgo Roma, che ha vissuto spesso passivamente i risvolti della rappresentanza, storicamente legata ai palazzi del centro. Siamo stati risvegliati da una sorta di letargo, complice questa tremenda pandemia che ha riacceso i riflettori sul mondo della medicina e delle scienze biologiche, e abbiamo voluto dimostrare che anche lontano da Veronetta ci sono studentesse e studenti che vogliono far sentire la loro voce a Palazzo Giuliari».

«In questi 2 anni che ci aspettano vorrei essere garante degli studenti tutti, da chi entra in Triennale, fino ai dottorandi e specializzandi, e vorrei che tutto il Consiglio si spenda per ampliare i diritti di tutti, con un’attenzione speciale al diritto allo studio, agli “idonei non beneficiari”, beffati da un sistema di erogazione dei fondi insufficiente. Lo farò assieme a tutti i componenti del CdS, a prescindere dalle liste di provenienza, perché sono sicuro che a questo punto della partita la posta in palio è altissima, ed è il futuro delle studentesse e degli studenti del nostro Ateneo».

Queste le parole degli specializzandi: «Finalmente seduti anche noi negli organi di rappresentanza, a fianco dei nostri colleghi studenti universitari e dottorandi! È uno dei motivi che ci ha spinto a scendere in piazza ad aprile del 2019».

«Speriamo di poter intavolare una fruttuosa collaborazione in sintonia con tutte le figure in Consiglio degli Studenti per poter continuare a difendere e tutelare i diritti di noi Specializzandi, a migliorare la qualità della nostra formazione e a valorizzare la nostra identità, così unica e particolare nel suo genere. Che questo sia l’inizio di un lungo e bel percorso, ricco di soddisfazioni!».

Infine il vero deluso di giornata Oltre: «Ci teniamo a ringraziare tutti gli studenti che ci hanno sostenuto portandoci ad essere, per il terzo mandato di fila, la lista in assoluto più votata dell’Ateneo, infrangendo il record di voti. A seguito delle votazioni, risultiamo anche essere la lista con il maggior numero di consiglieri e con il consigliere più votato nella storia dell’ateneo con 1862 preferenze».

«Quando però la politica entra in università, il voto degli studenti non conta più. E cosi, dopo aver sostenuto nel vecchio mandato l’ampliamento della rappresentanza agli specializzandi con i nostri rappresentanti in senato e cda, abbiamo scoperto che alcuni componenti della lista Asver e sottolineiamo, solo alcuni, altro non sono che la succursale di Udu, che pur di accaparrarsi qualche poltroncina ha falsato e tradito il voto degli studenti. L’ufficio di presidenza è ora così formato da uno specializzando e un dottorando e la cosa più triste è sono stati nominati non per merito, ma perché a seguito di ripetute votazioni finite in parità (12-12), la legge prevede l’elezione del candidato più anziano».

Continuano da Oltre: «A nulla è valso il nostro tentativo di trovare dei nomi condivisi e rappresentativi. Si sono presentati in consiglio con i nomi già decisi fra loro, senza informarci, per poi chiederci a gran voce collaborazione una volta consumato l’inciucio. Noi crediamo nella rappresentatività, e nel voto degli studenti, lo abbiamo ribadito in tutti i modi. Si pensi che gli specializzandi e i dottorandi in università sono circa 2000 totali mentre gli studenti 28.000».

«Ma come ogni tragedia che finisce in farsa, Udu decide di rinnegare se stessa sostenendo come rappresentante in Esu uno studente specializzando; cosi, dopo aver fatto una campagna elettorale chiedendo a gran voce di avere un rappresentante votato anche da accademia e conservatorio, decide di fregarsene e, pur di lottizzare l’ultima poltrona disponibile, baratta come al mercato anche questo posto, sostenendo uno studente specializzando».

«Ora che ingiustizia è fatta e la politica dei grandi è riuscita a fregare anche gli studenti, vi è il rammarico per aver perso una buona occasione per dare la possibilità a dei giovani studenti di intraprendere un percorso di crescita umano e professionale; mai nella storia dell’università un dottorando e uno specializzando, persone al termine del loro percorso universitario, avevano accettato di ricoprire questi ruoli. Per noi, infatti, è sempre importante che uno studente veda nel presidente del consiglio degli studenti un suo pari. Una persona che condivide le stesse esigenze e problematiche, che sappiamo tutti essere ben diverse quando si è una matricola da quando si hanno quasi 30 anni e si passa da dare gli esami a fare gli esami come assistente. Inutile dire di voler ascoltare gli studenti e non ascoltarli quando non sono a proprio favore».

Concludono da Oltre: «Non ci resta, come fatto negli ultimi anni, di occuparci degli studenti dell’Università di Verona, rispecchiando la loro volontà, cercando di mettere subito in campo tutte le proposte contenute nel nostro programma».

Sono tanti i quesiti e i dubbi in sospeso per le prossime sedute ma intanto, non ci resta che augurare buon lavoro ai consiglieri e un sereno Natale.

Enrico Pigozzi

Tornano le dirette di Pass

Sabato 19 dicembre, domani, nuovo appuntamento in diretta sui canali di Pass per discutere di queste evoluzioni post-elettorali. Ore 18 anteprima sul profilo Instagram di Pass (@passunivr) e alle 18.15 la vera diretta sulla pagina Facebook con Enrico Pigozzi e Alessandro Bonfante.

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