Moda e danza: vestiti in movimento

Zizi Jeanmaire
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Questa settimana la rubrica di moda di Pass Magazine vi parla del rapporto che esiste tra il mondo del fashion e la danza, che in modo armonico si uniscono creando delle vere opere d’arte.

Il tutù è il costume base della danza classica, creato nell’800 da Eugène Lamy e indossato per la prima volta dalla ballerina italiana Maria Taglioni, per il celebre balletto “La Sylphide”. Formato da un corpetto e da una gonna in tulle, ha facilitato i movimenti delle gambe per le ballerine, in precedenza ostacolate da delle pesanti gonne.

“Danzatrici che si esercitano alla sbarra” Degas

Ci sono due principali categorie di tutù: quello classico, dall’iconica forma a ruota, in gergo chiamato “piatto” e quello lungo, definito come romantico o Degas, in ricordo del pittore francese celebre per i lavori in cui ritraeva ballerine durante le loro lezioni di danza. La prima tipologia ha quindi una forma più rigida che lascia le gambe scoperte, la seconda invece è caratterizzata da una gonna morbida e vaporosa, con una lunghezza che può arrivare fino al ginocchio (Degas) o alle caviglie (romantico).

Moda e balletto sono però da sempre connessi tra di loro e si influenzano costantemente. Per quanto riguarda per esempio il costume maschile, questo viene altamente influenzato dalla moda del luogo e del periodo in cui è ambientata la pièce in questione. A sua volta, la danza riesce a contaminare la moda in vari momenti della sua storia, ricordiamo infatti le parole dello stilista di origini tedesche Karl Lagerfeld: “Penso che qualunque designer del ventesimo e ventunesimo secolo sia stato in qualche modo ispirato da i balletti russi”, che nel 2009 infatti collaborò con l’English National Ballet alla creazione di uno dei costumi de “Il lago dei cigni”, quello dell’iconico pezzo del cigno morente.

La prima a disegnare per la danza fu la celebre Coco Chanel, alla quale venne affidata la realizzazione dei costumi dell’opera “Le train bleu”, coreografata da Diaghilev, produttore dei capolavori della più importante compagnia del 900 “Ballets russes”. Vennero quindi messe in scena tutta una serie di acrobazie insieme alla danza classica, con protagonisti inusuali per un balletto, come un nuotatore o un tennista e il contributo della stilista sta nell’aver creato delle mise comode, come tutine intere in jersey, che permisero ai performer di eseguire i movimenti senza difficoltà.

L’abito che dà l’illusione del movimento firmato Iris Van Herpen

Tra le tante, possiamo nominare una collaborazione di due grandi esponenti di entrambi i mondi, quella tra Yves Saint Laurent e Roland Petit con la moglie e ballerina Zizi Jeanmaire. Dal loro incontro nacquero abiti sgargianti ed eccentrici, con dei veri tripudi di piume, come quando Zizi indossò un tubino nero, con dello chiffon e una ruota formata da tante piume di struzzo. Questo sodalizio tra coreografo e stilista durò quarant’anni, in cui vennero creati numerosi abiti per la danzatrice, alcuni dei quali messi all’asta dalla celebre Christie’s in una collezione intitolata proprio “De plumes et de danse”

Nella storia della moda con Christian Dior troviamo una forte ispirazione alle linee tipiche dei costumi di scena dei balletti. Lo stilista francese creò vestiti con vitini di vespa e gonne ampie, ma al contempo leggere, tracce che oggi sono seguite anche dalla direttrice creativa della maison: Maria Grazia Chiuri. Parlando di questo binomio giunto fino ai nostri giorni, possiamo nominare la collaborazione, degli anni 80, tra Merce Cunningham e Rei Kawakubo, di Comme des Garcons, oppure la stilista Iris Van Herpen, che con un background da ballerina, nei suoi lavori cerca costantemente di creare l’illusione di movimento, oltre a collaborare effettivamente alla creazione di costumi per opere contemporanee.

Articolo di Dumitru Ciutac

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