PAX Moot Court Competition: l’Università di Verona vola a Parigi

Squadra Verona PAX Moot Court Competition
Il team dell'Università di Verona per la PAX Moot Court Competition.
Tempo di lettura: 5 minuti

Si avvia la IV edizione della simulazione processuale di diritto internazionale privato promossa dall’Unione Europea e che mette a confronto studentesse e studenti di paesi diversi. Quest’anno partecipa anche il nostro Ateneo.

È partita la PAX Moot Court Competition a Parigi e un gruppo di studentesse e di studenti di Giurisprudenza dell’Università di Verona hanno preparato le valigie, pronti per una nuova avventura. Ma di che cosa si tratta? La PAX Moot Court Competition è una simulazione processuale incentrata sul diritto internazionale privato. La competizione si tiene a Parigi dal 4 al 6 maggio e rientra in un progetto che è stato finanziato dall’Unione Europea.

L’Università di Verona si mette in gioco per la prima volta in tale competizione – giunta ormai alla sua IV edizione – grazie ai fondi del Progetto di Eccellenza 2018-2022 del Dipartimento di Scienze Giuridiche. Ogni edizione viene dedicata a un o a una giurista che si è saputo distinguere nel campo degli studi di diritto internazionale privato. L’edizione del 2022 è intitolata ad Alegría Borrás Rodríguez, un’accademica spagnola, scomparsa nel 2020.

Studentesse e studenti, provenienti da ogni parte del mondo, si confronteranno su temi di diritto internazionale privato e questa volta ci sarà pure il nostro Ateneo. La squadra dell’Università degli Studi di Verona, selezionata dalla referente e responsabile del progetto, la professoressa Francesca Ragno (docente di diritto internazionale privato del Dipartimento di Scienze Giuridiche), è formata da Francesca Corbellari, Marharyta Radchenko, Pietro Rigo, Anna Kristina Sartori e Alessia Viggi. La team coach della squadra è Francesca Albi, laureanda in Giurisprudenza (con una tesi in Diritto Internazionale Privato), che ha prestato una continuativa attività organizzativa e di supporto alla squadra.

Francesca Albi, team coach degli studenti Univr della PAX Moot Court Competition.

«Il diritto internazionale privato è una branca del diritto che si occupa dei rapporti privatistici transnazionali – racconta Albi -. È una materia molto complessa ma fondamentale perché permette di capire dinanzi a quale giudice nazionale può essere radicata una controversia non meramente interna, quale sarà la legge applicata dal giudice e quali sono gli effetti di una decisione straniera in Italia ».

La simulazione processuale si svolgerà in lingua inglese davanti a un tribunale fittizio e i contendenti si confronteranno su questioni vertenti la mediazione internazionale, l’ingiunzione di pagamento europea, le notifiche transnazionali, gli accordi di scelta del foro e l’impatto della Brexit sui profili della giurisdizione e il riconoscimento delle decisioni straniere.

In questa competizione le/i partecipanti avranno modo di imparare e di toccare con mano le complessità e le sfumature degli strumenti internazionali  ed europei che vengono applicati in un contesto transnazionale e globalizzato. I giudici saranno professori universitari e professionisti provenienti da svariati Paesi e specializzati in diritto internazionale privato.

Le fasi della PAX Moot Court Competition e la sua preparazione

La competizione prevede due fasi: la preparazione delle memorie scritte che dovevano essere consegnate dalle università in gara entro la fine di marzo e la presentazione orale degli argomenti richiamati nelle memorie scritte dinanzi ai giudici a Parigi dal 4 al 6 maggio.

Ogni squadra è suddivisa in due componenti: nel caso della squadra veronese, due persone rappresentano in giudizio l’attore, colui che promuove in giudizio la pretesa giudiziaria, mentre le altre tre persone vestono i panni degli avvocati del convenuto, cioè di colui contro il quale l’azione dell’attore è proposta.

Gli incontri tra le varie università prevedono due rounds per i difensori dell’attore e due rounds per i difensori del convenuto: i difensori dell’attore dell’Università di Verona si confronteranno con i difensori del convenuto dell’Università di Maastricht e con quelli dell’Università egiziana di Tanta; i difensori del convenuto del nostro Ateneo si confronteranno invece con i difensori dell’attore dell’Università Autonoma di Madrid e con quelli dell’Università di Lubiana.

«II caso della PAX Moot Court Competition è stato reso noto a novembre  e la nostra squadra ha incominciato a preparare le memorie scritte a febbraio – spiega Albi -. All’inizio le/i ragazze/i hanno svolto un lavoro di ricerca volto a raccogliere le informazioni in difesa della posizione dell’attore o del convenuto in base al ruolo che dovevano rivestire. Io li ho aiutati nell’organizzare il lavoro di ricerca  e nel comprendere come consultare le banche dati disponibili. Ogni settimana ci riunivamo con la squadra e riordinavano le idee fino a quando i due gruppi hanno fatto le loro scalette e hanno steso le memorie scritte su ciascun tema».

Nell’ultimo mese la squadra dell’Università di Verona si è invece allenata nell’esposizione orale delle proprie memorie scritte. Le ragazze e i ragazzi hanno provato a simulare il processo, assumendo la parti dell’attore e del convenuto. «In questa fase le e i componenti della nostra squadra – racconta Albi – hanno sviluppato tutta una serie di competenze come il public speaking, l’approfondimento della lingua inglese e della terminologia giuridica inglese, la gestione dell’imbarazzo, l’emozione, la capacità di rispondere o fare domande sotto pressione senza scomporsi troppo e quella di riflettere sui ragionamenti non ancora discussi e che si potrebbero utilizzare per rappresentare al meglio la propria parte».

Gli studenti di Giurisprudenza che partecipano a Parigi alla PAX Moot Court Competition.

I premi e la Pax Hall of Fame

premi in palio sono attribuiti alla miglior memoria scritta, al miglior pleader e alla squadra vincitrice. I premiati verranno inseriti nella PAX Hall of Fame e verranno menzionati nel sito web della PAX Moot Competiton.

«Non si tratta di un premio in soldi, ma di una grande vetrina per le occasioni future – spiega Albi -. Alcuni vincitori delle edizioni passate sono stati infatti contattati da studi legali o da professionisti del settore per un’offerta di lavoro o di praticantato. Anche la sola partecipazione pesa sul curriculum, perché la moot court competition è un’esperienza molto intensa che dà lustro alla persona e al suo profilo professionale, a prescindere dalla posizione raggiunta in classifica. Si tratta di un arricchimento strepitoso, in quanto si ha modo di sperimentare come si possono applicare le norme di diritto internazionale privato in casi concreti e come ci si prepara ad affrontare un contenzioso transnazionale».

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