Una lady dai capelli rosa

Tempo di lettura: 2 minuti

“Lady Bird” di Greta Gerwig, miglior commedia ai Golden Globe 2018

di Beatrice Castioni

 

Lady Bird: Vorrei tanto vivere qualcosa di memorabile.

Mamma Marion: Non lo fai già?

Lady Bird: L’unica cosa entusiasmante del 2002 è che è palindromo.”

Christine McPherson, interpretata da Saoirse Ronan, è una studentessa ribelle e sopra le righe, all’ultimo anno di un liceo cattolico della periferia di Sacramento. Si fa chiamare “Lady Bird” perché è un nome che per lei significa libertà e anticonformismo. Vive con i suoi genitori, con i quali non ha un bel rapporto, suo fratello maggiore, che è stato adottato, e la ragazza di lui. Matura sempre più in Christine la voglia di cambiare vita; sente il desiderio di “volare” altrove, lontano dalla cittadina nella quale è nata ed è rimasta fino ai diciotto anni. Vuole di più e fa domanda in college rigorosamente lontani dalla casa natale, con disappunto della madre (l’attrice Laurie Metcalf). La forza che la spinge sta tutta nel perseguimento dei suoi sogni e obiettivi, non abbandonati nemmeno per un momento. Un’ispirazione ai giorni nostri, in un mondo fatto di tragicità, problemi e conflitti. Uno spiraglio di positività ed ottimismo che Christine ci spinge a ritrovare in ogni ambito della nostra quotidianità, anche se questo implica tante “porte in faccia”. Delusioni come quelle familiari: infatti gli scontri genitore-figlio sono frequenti tra Christine e la madre e possiamo generalizzarli a tante altre famiglie, tra battibecchi, pianti, confidenze e aiuto reciproco. Il fulcro della storia è la relazione tra queste due donne: una piena d’esperienza, disillusa dalla vita e preoccupata per la situazione economica in cui versano la famiglia e in generale l’America del tempo; l’altra appena affacciatasi alla vita, piena d’entusiasmo e voglia di imparare, ma con ancora tanta strada da fare. Diverse canzoni di vario stile accompagnano inoltre lo spettatore; è forte la presenza dell’assetto musicale, che aiuta a veicolare le emozioni dei personaggi ed è anche interpretabile in senso più profondo. Per un adolescente la musica è fondamentale e può addirittura indicare il suo status sociale, a seconda di ciò che ascolta; chi fa parte del teatro della scuola (come la migliore amica Julie) canta un certo tipo di canzoni collegate alla Chiesa, quindi presenta caratteristiche ben precise. I ribelli dei quali fanno parte la ragazza più popolare della scuola e il bad boy di cui Lady Bird si innamora perdutamente, Kyle (Timothée Chalamet, reduce del successo di “Chiamami col tuo nome”), sono più rock e anticonvenzionali.

Considerati tutti questi elementi, il film è veramente godibile, in quanto racconta nella sua semplicità un periodo che tutti noi abbiamo vissuto: l’adolescenza, i desideri di sempre che finalmente, raggiunta la maturità, sembrano più raggiungibili e tangibili, la voglia di distinguersi dalla massa, mantenendo però i legami con le persone che contano davvero. Una storia atemporale che parte da un ambiente moralista e pudico, come la scuola di cui Christine fa parte, e che finisce con un messaggio d’apertura verso il mondo e la sensazione di avere davanti un nuovo cielo tutto da esplorare.

 

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Una risposta

  1. 13 Aprile 2018

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